Si fa presto a dire Barolo, ma quanti ce ne sono? E cosa distingue ogni etichetta? Andiamo alla scoperta delle differenze tra i vari comuni e del nuovo vino di Boroli.

Piccole e grandi differenze

Si fa presto a dire Barolo. Il mondo dei grandi vini sta andando sempre più verso la massima valorizzazione della territorialità: un concetto che ci arriva dalla Francia, dove si parla da sempre di Cru, parcelle, microvigneti, Clos e così via. Il modello a cui si guarda è la Borgogna, dove il Pinot Noir è in grado di regalare vini estremamente diversi anche se pochi metri, spesso divisi da un muretto, separano le vigne. E il Barolo?

Il concetto è simile: si parte dal Barolo Classico, frutto di uve Nebbiolo provenienti da diversi vigneti e comuni, e si restringe sempre più il campo con le menzioni geografiche aggiuntive, ovvero quei vini le cui uve provengono da un singolo comune o un singolo vigneto. L’aggiunta delle menzioni è piuttosto recente nella storia di questo vino ma ha motivazioni ben fondate legate al territorio. Ciò ha permesso ai produttori di raccontare nei dettagli la magia della loro terra e delle loro vigne. Ma cosa distingue ognuna di queste menzioni? Soprattutto esposizione e tipologia di terreno.

Si fa presto a dire Barolo

Esposizione

Le esposizioni differenziano ogni singola vigna e ogni comune: in linea di massima possiamo dire che sono 3 i crinali principali, con esposizioni a est e a ovest. I vigneti esposti a est hanno il sole al mattino, quelli a ovest il pomeriggio. I comuni di Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba godono di entrambe le situazioni, mentre La Morra per esempio guarda a oriente. Tutto questo incide sulla crescita e sulla concentrazione delle uve e, di conseguenza, sulle caratteristiche dei vini a cui danno vita.

Terreno

Il terreno del Barolo è composto essenzialmente da marne calcaree e si divide in due zone principali che corrispondono alla loro età geologica: c’è l’Elveziano, di cui fanno parte i comuni di Serralunga d’Alba, Monforte e Castiglione Falletto, caratterizzato dalle marne grigie estremamente compatte, e il Tortoniano, con le sue marne azzurre meno compatte, su cui sorgono le vigne di La Morra e Barolo. In generale si può dire che dai primi nasce un Barolo più strutturato e alcolico, longevo, mentre dai secondi uno meno corposo e più fine.

Il Barolo del Comune di Castiglione Falletto

Il Barolo del Comune di Castiglione Falletto

La cantina Boroli ha appena presentato una novità che incarna al meglio la sua storia: il Barolo del Comune di Castiglione Falletto. Dopo un lungo percorso di studi sui vigneti di proprietà la cantina ha scelto gli appezzamenti perfetti per dare vita a quest’etichetta, che vuole rappresentare l’identità di Boroli e trasmettere il concetto di territorialità. Il legame della Cascina Brunella, dove ha sede l’azienda, con Castiglione Falletto è secolare ed è omaggiato proprio con questa bottiglia. Parliamo di un Barolo con note speziate e ricordi floreali e fruttati. La struttura è caratterizzata da tannini vellutati ed eleganti, con rimandi alla rosa canina, al lampone e alla gardenia. Ha una sapidità densa e davvero interessante, oltre a un finale lungo e ricchissimo di sfaccettature.

Si fa presto a dire Barolo