Certi amori non finiscono mai, fanno giri immensi ma poi tornano.
E questo è un po’ quello che è successo nel mondo dell’enologia con un tipo di contenitore che ha davvero fatto la storia. Stiamo parlando delle vasche di cemento.
Ci sono tantissime cantine in tutte le zone di Italia che hanno queste vasche di cemento vetrificate all’interno (vi spiegheremo dopo perché) , soprattutto quelle più datate; pensate che alcune volte queste vasche sono addirittura inserite nella struttura portante della cantina stessa.
Quindi la domanda sorge spontanea, come mai si utilizzava questa tipologia di contenitore?
A differenza dell’acciaio e del legno, il cemento lascia respirare e quindi evolvere il vino senza cambiarne le proprie caratteristiche organolettiche. L’acciaio, essendo inerte ed ermetico, non permette al vino di avere un’evoluzione naturale immediata e quindi solamente il tempo in bottiglia tirerà fuori sentori più accesi, mentre il legno, a seconda della grandezza della botte, conferirà al vino carattere struttura e spesso anche il tannino, presente naturalmente nel legno.
Il grande ritorno del cemento è infatti la riprova del lavoro di qualità che ormai i vignaron fanno in vigna, riuscendo ad estrapolare il massimo delle caratteristiche organolettiche dell’acino. Proprio un ottimo lavoro sulla terra permette di fare meno lavori sulla bottiglia e il cemento aiuta proprio a valorizzare tutti questi pochi passaggi.
Sono anche cambiati i materiali rispetto ad una volta ed infatti tante vasche sono state sostituite, ma per altre, come quelle strutturali o magari costruite sul posto, si deve intervenire in maniera diversa, affinché il prodotto al suo interno sia tutelato. La vetrificazione infatti non consente alla naturale polverizzazione del cemento di entrare a contatto col vino, ma permette lo stesso questo microscambio di aria che crea questa insolita e incredibile magia.
Il cemento sta tornando e noi siamo molto contenti, perché quei vini hanno davvero una marcia in più, sono più rotondi, più intensi e soprattutto ti raccontano di come siano stati un naturale accompagnamento da parte del cantiniere di un grappolo d’eccellenza nato dal grande lavoro fatto in vigna.
Adriano Amoretti @CantinaSocial